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Francesco Beccaro e il Questionario di Proust

Francesco Beccaro e il Questionario di Proust

Courtesy Damiano Andreotti

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Il tratto principale della mia musica
Alto tasso di energia, intensa, con molta improvvisazione ma anche con strutture compositive articolate. Una sorta di inedita fusion, distante dallo stereotipo generale, caratterizzata da un suono a volte volutamente grezzo ma sempre energico e suggestivo. Ogni composizione cerca di essere un messaggio chiaro e punta a coinvolgere l'ascoltatore in un viaggio emotivo. Credo che si possano avvertire momenti di ribellione o squarci di malinconia ma anche momenti di positività o il semplice star bene grooving along.

La qualità che desidero nei musicisti che suonano con me
Una personalità forte e sensibile.

Come musicista, il momento in cui sono stato più felice
I rari momenti in cui, mentre si sta suonando, tutto scompare per davvero, e rimane solo la musica, vissuta nell'istante.

Come musicista, il mio principale difetto
Ho sempre preteso un livello di professionalità molto alto, sia da me stesso che dagli altri, ed avere vissuto per più di dieci anni a New York ha solo peggiorato questo mio lato.

La mia più grande paura quando suono
Non riesco a pensare a paure che provo mentre suono. L'unico incubo che ho legato al suonare è quello di rimanere addormentato in hotel e perdere la lobby call per andare al concerto. E sì, è successo in passato. Sarà per quello che metto tre sveglie?

Sogno di suonare
Musica onesta, senza pretese, se non quella di esistere nell'istante.

La mia fonte di ispirazione
Veramente di tutto! Ho scritto musica ispirata a passeggiate, film, opere d'arte, miti religiosi, eventi politici. La vita in generale, qualsiasi cosa che mi colpisca in modo particolare.

I miei musicisti preferiti
Dipende molto dal periodo: ho gusti molto vari, quindi gli ascolti cambiano spesso. Tre sono sempre presenti, impermeabili ai cambiamenti: Miles Davis, The Beatles, Frank Zappa. In questo periodo sto ascoltando parecchio James Brown, Chick Corea, Weather Report, David Bowie, Prince, Peter Gabriel e Igor Stravinsky. Ma se la domanda mi fosse stata fatta un paio di mesi fa ci sarebbe stato un elenco diverso.

I miei dischi da isola deserta
We Want Miles e Nefertiti di Miles Davis
Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band e Abbey Road dei Beatles
The Best Band You Never Heard in Your Life di Frank Zappa
Word of Mouth di Jaco Pastorius
Secret World Live di Peter Gabriel
Bring on The Night di Sting
Chopin Preludes, interpretate da Maurizio Pollini
Sagra della Primavera, diretta da Pierre Boulez
Romeo e Giulietta di Prokofiev, le suites dirette da Riccardo Muti
E probabilmente tanti altri che mi pentirei subito di non aver portato!

La canzone che fischio sotto la doccia
L'ultima che ho ascoltato. Può essere una canzone che ho ascoltato per piacere, oppure qualcosa che sto studiando.

I miei pittori preferiti
Tantissimi. Sono un grande appassionato di arte contemporanea. Mio padre è pittore, quindi ho visitato musei sin dalla più tenera infanzia. I primi che mi vengono in mente: Pollock, Van Gogh, Jasper Johns, Rauschenberg, Rothko, Fontana, Picasso, e tanti altri ancora!

I miei film preferiti
Anche qui l'elenco potrebbe essere sterminato. Tendo ad essere un amante dei grandi classici, come "8 1/2" di Fellini, "Il Padrino" di Coppola, "Arancia Meccanica" di Kubrick, "C'era una volta in America" di Leone, "Il Cielo sopra Berlino" di Wenders. Ma mi appassiono velocemente anche a film più nuovi, come "Pulp Fiction" di Tarantino, "La Grande Bellezza" di Sorrentino e "Silence" di Scorsese.

I miei scrittori preferiti
Difficile scegliere! Cambiano molto a seconda del periodo di vita che sto vivendo. Adesso direi Kafka, Baricco, Camilleri e Orwell.

La mia occupazione preferita
Immagino un hobby, perché ovviamente sono fortunato a fare un lavoro che è anche la mia grande passione. Quindi sono indeciso fra correre e cucinare... So che sembrano due occupazioni contrastanti, però entrambe le attività mi ricaricano lo spirito.

Il dono di natura che vorrei avere
Saper cantare.

Nella musica, la cosa che detesto di più
Il lato amministrativo, burocratico. Non solo nella musica ...

Gli errori musicali che mi ispirano maggiore indulgenza
Quelli che capitano perché si sta provando qualcosa di nuovo. Quando si sta suonando, specialmente improvvisando, e ci si butta a fare qualcosa di completamente diverso, e magari non si casca in piedi. Quelli sono gli errori che mi piacciono.

Il pezzo che vorrei venisse suonato al mio funerale
"In a Silent Way," la versione di Miles ovviamente.

Lo stato attuale della mia attività musicale
Per me è un periodo molto interessante: per la prima volta, dopo tanti anni passati a fare il side-man, è uscito un disco a mio nome, e non c'è giorno che non impari qualcosa di nuovo riguardo ad essere un band leader.

Il mio motto
Mi viene in mente il titolo di un disco di Zappa: Shut Up and Play Yer Guitar. Però, vista la lunghezza delle mie risposte, non penso di poterlo utilizzare. Quindi non so: si può vivere senza motto?

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