Home » Articoli » Catching Up With » Costanza Alegiani: Narrativa di una voce folk

2

Costanza Alegiani: Narrativa di una voce folk

Costanza Alegiani: Narrativa di una voce folk

Courtesy Musacchio, Ianniello & Pasqualini

By

Sign in to view read count
Quello che mi interessava maggiormente era andare alla ricerca delle storie e dei personaggi che più mi hanno affascinata nel corso del tempo
Folkways (Parco della Musica Records) di Costanza Alegiani è un racconto in musica che attraversa gli Stati Uniti per dare voce, e suono, alla gente comune con le loro molteplici situazioni umane e culturali —"quello che mi interessava maggiormente era andare alla ricerca delle storie e dei personaggi che più mi hanno affascinata nel corso del tempo"—ci dice la cantante e compositrice nell'intervista che abbiamo realizzato in occasione del suo concerto alla Casa del Jazz a Roma, e continua—"i brani originali contenuti nel disco li ho scritti tenendo presente un'idea "americana" dei testi, immaginando dei personaggi immersi in tale realtà culturale e sociale."

Quanto espresso da Costanza Alegiani è racchiuso nel termine Folkways, coniato dal sociologo americano William Sumner agli inizi del '900 per esprimere—come ci spiega lei—"l'insieme dei valori, usanze e consuetudini della cultura popolare americana, una realtà che ho frequentato da lontano. L'aspetto peculiare del lascito culturale della musica popolare consiste proprio nel fatto di poterla trasmettere da persona a persona per poi farla tua e trasmetterla di nuovo ad altri. Nel mio caso questo è successo grazie ad amici e insegnanti che mi hanno fatto conoscere il folk. Il mio percorso di ricerca della storia della musica è partito dal jazz di New Orleans per poi approdare alla Smithsonian Folkways Recording, che ha uno degli archivi più grandi al mondo dedicato al genere folk, nel quale è possibile trovare un vasto catalogo di canzoni appartenenti divise per argomenti. Ho intrapreso questo percorso con l'idea di scrivere brani originali. La mia è una ricerca sul folk in continua evoluzione avendo a che fare con un vasto repertorio composto da incredibili voci che hanno saputo interpretare testi e melodie in maniera diversa nell'ambito della tradizione orale. In effetti ci sono diverse Americhe, e di conseguenza, molteplici voci nelle quali perdersi. Tra questi Jacob Niles un cantore degli inizi del '900, della zona degli Appalachi, nell'America del Nord, a cui era molto legato Bob Dylan nel periodo dei suoi esordi. Jacob Niles ha rappresentano per me un mentore. Inoltre ho un'affinità elettiva con le voci del folk, fatta di elementi fisiologici che vanno di pari passo con quelli più strettamente culturali."

Il disco Folkways è stato registrato dalla cantante con il suo trio formato con il sassofonista Marcello Allulli e il contrabbassista Riccardo Gola e vede la partecipazione di Fabrizio Sferra alla batteria e Francesco Diodati alla chitarra -"Dopo il mio primo incontro con Allulli e Gola -ci racconta Costanza Alegiani-"abbiamo scoperto di avere la comune passione per il folk. Il brano "The Ice Skater" è stato scritto da Allulli ed era incluso nel primo disco del progetto Mat con un titolo diverso. Il brano è basato su una melodia strumentale irlandese che ci fece ascoltare Allulli su cui, in seguito, ho scritto un testo, dandogli un titolo originale. La canzone ha delle evidenti affinità, sia nella melodia che nel testo, con il repertorio di Joni Mitchell"—e continua—"in questo disco non abbiamo fatto un lavoro filologico ma una rielaborazione della musica folk. Ho voluto cercare insieme ai musicisti presenti un nostro suono per raccontare le storie contenute nei testi."

Ed è proprio la narrazione il fulcro del lavoro discografico in cui la cantante sviscera in fondo l'animo umano e nello stesso tempo esplora la realtà esterna all'individuo—come ci spiega lei—"uno dei miei scrittori preferiti, Cesare Pavese, descrivendo gli Stati Uniti degli anni '20 e '30 del secolo scorso, diceva che esso rappresentava il gran teatro di tutta la gente, dove veniva messo in scena il dramma dell'essere umano. Essendo un'amante del teatro, del cinema e della letteratura questo aspetto tragico dei personaggi che racconto mi affascina molto. Inoltre il concetto di blues, come forma poetica, autobiografica e confessionale, è molto presente nel disco, a prescindere dalla forma musicale. Per esempio nel brano "The Last Blues of Benjamin Fraser" che chiude il disco il testo è tratto dalla Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Il brano parla di un assassino che, prima di morire, canta il suo ultimo blues come confessione dei suoi delitti, immaginando che gli spiriti delle persone assassinate vengano a trovarlo. Per me questo tema rappresenta il blues al suo meglio. Invece il testo del brano "I Felt a Funeral, In My Brain" è tratto da una poesia di Emily Dickinson. Avevo scritto la musica del brano pensando alla fanfara di una banda. Quando successivamente mi sono appassionata alle opere di Emily Dickinson ho pensato che questa tipologia di musica potesse essere la colonna sonora di questa poesia dove ritorna il tema del funerale. La musica folk è spesso legata a momenti drammatici, come la morte, e nel disco ho voluto interpretarli con un certo senso di rivalsa sulla vita alternandoli a momenti di gioia festante. Tra i temi affrontati nei brani si ritrova anche l'elemento politico del folk americano, come nel brano "It Ain't Me Babe," di Bob Dylan, che non è solo un canto per affermare la propria identità ma racchiude in sé un chiaro messaggio di protesta contro il sistema sociale della fine degli anni '50."

Costanza Alegiani non si limita a cantare i brani contenuti in Folkways, ma li recita con viscerale intensità, tracciando la linea di congiunzione tra gli interpreti folk e le grandi voci femminili del jazz—"Il fatto di interpretare con una voce personale materiale musicale preesistente accomuna i due linguaggi del folk e del jazz. Il folk è un genere più semplice sotto l'aspetto armonico e strutturale rispetto al jazz, hanno però in comune la stessa radice blues. Quello che scrivo nasce dalla libera improvvisazione su testi, in particolare di poesia, che contenendo già un linguaggio musicale rappresentano per me un luogo ideale."

< Previous
Aufbruch

Next >
Agreements

Comments

Tags


For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Jazz article: Steely Dan's Jon Herington and Jim Beard
Jazz article: Hermon Mehari: American Jazz, Eritrean Echoes
Jazz article: Veronica Swift: Breaking It Up, Making It New
Jazz article: Ralph Lalama: A Disciple, Not a Clone

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.